TANGO DEL CALCIO DI RIGORE – Recensione Ignorante theatre edition
Magia, musica, sport e morte non sono mai stati così vicini.
“Tango del calcio di rigore” è un’opera di Giorgio Gallione (magistralmente interpretata dal suo main cast: Neri Marcoré, Ugo Dighero e Rosanna Daddeo, con l’aggiunta degli emergenti Fabrizio Costella e Alessandro Pizzuto) che partendo dal pretesto della finale mondiale di calcio del 1978 tra Argentina e Olanda prende per mano lo spettatore facendogli fare un viaggio nel tempo e nella memoria (soprattutto quella dimenticata o fatta dimenticare) proponendo un mix di cronaca sportiva, storia, tango e realismo magico.
Durante tutti gli 85 minuti di questo atto unico vengono portati a galla molteplici esempi di come calcio e patriottismo siano stati usati per coprire genocidi, violenze e torture da parte della dittatura argentina, dei signori della droga colombiani e dal governo degli Stati Uniti d’America (solo per citarne alcuni). Una vera e propria distrazione di massa da assassinii sotto gli occhi di tutti ma di cui nessuno (o quasi) ha parlato in tempo reale, in primis la stampa italiana.
Così storie poetiche, comiche, incredibili e fantastiche si alternano a pezzi di cronaca nera inediti che colpiscono lo spettatore nello stomaco, bruciano come fori di pallottola e, con un solo movimento di spalla degli attori sul palco, fanno sgorgare lacrime di dolore e rabbia.
Troppe volte noi, così come il personaggio narratore principale di questo spettacolo interpretato da Marcoré, siamo stati fregati, ci è stato gettato fumo negli occhi, ci è stato proposto un mondo dorato (quello del calcio, del jet-set o, perché no, parafrasando in chiave modernissima, quello degli influencer sui social) a cui aspirare solo per non farci vedere il marcio dietro a tutto questo.
Probabilmente non saremo più in grado di invertire questo trend, ma sicuramente spettacoli come questo aiutano a riflettere e a far riflettere, esercizio purtroppo sempre più raro di questi tempi.
Per chi volesse lo spettacolo è in replica fino al 12 gennaio alle Muse di Ancona. Una visione davvero consigliata.
Voto finale: 8,5
Francesco Mandolini