Puntuale come un nuovo DPCM ritorna l’unica ragione per cui lascio aperto questo blog e continuo a dare 18€ all’anno a WordPress: Il Festival di Sanremo!
Nell’edizione 2022 della kermesse valgono le regole di sempre, quindi vai col disclaimer!
DISCLAIMER:
Siccome ho una vita, un lavoro e in generale non sarebbe male andare a dormire a orari umani, verranno fatte recensioni ignoranti solo delle canzoni (e cantanti) in gara, quindi niente conduttori, vallette, quell’ignominia di Sanremo Giovani od ospiti (salvo momenti tragicomici che valgano davvero la pena). Se volete contribuire con i vostri commenti c’è anche una pagina Facebook mezza abbandonata dove dare sfogo alla vostra creatività dozzinale.
Detto questo non mi dilungo troppo per lasciare spazio ai primi 12 casi umani in gara.
Che le Recensioni Ignoranti di Sanremo 2022 abbiano inizio!
Achille Lauro con l’Harlem Gospel Choir – Domenica
Come ogni anno, partecipa per far parlare di sé e far fare audience per Amadeus. Era e rimane il punto debole del terzetto con Fedez e Orietta Berti (che fortunatamente vedremo dopo con una mise impeccabile) ma si apprezza l’idea di ripartecipare con Rolls Royce a due anni di distanza dalla prima volta.
Se non altro spende poco per il look e dà punti facili sullo scapezzolamento a chi l’ha comprato al FantaSanremo.
Voto: 4
Yuman – Ora e qui
Sbaglia lo spelling di Human e già si becca mezzo voto in meno che recupera subito grazie al maestro Valeriano Chiaravalle. La melodia del pezzo presenta sorprese che oggettivamente non mi aspettavo, ora dovrebbero solo convincerlo a cantarla.
Voto: 5,5
Noemi – Ti amo non lo so dire
Torna la mia amata Naso A Grattugia© (che in realtà è il suono della voce, non la forma del naso, ma rende comunque bene l’idea). Il pezzo lo ha scritto Mahmood, si sente e infatti lei non c’entra una mazza. Sa che la ascolto, quindi ogni tanto si allontana dal microfono e come risultato da casa ci perdiamo pezzi di canzone. Mezzo punto in più per questo.
Voto: 4,5
Gianni Morandi – Apri tutte le porte
Non scherziamo su Gianni nazionale, l’uomo che ha speso di più nella storia in colorante per capelli. L’eterno bastardo di Monghidoro, fedele alla sua nomea di latin lover, attacca cambiando l’accento alla parola “passerà” che diventa “passéra”, sospettosamente vicino a “pàssera”. Grande Gianni.
Voto: 5
La Rappresentante di Lista – Ciao, ciao
Bisseranno il successo dello scorso anno (dove con successo intendo il fatto che io non li abbia odiati)? Direi di sì. È praticamente la prima cantante della serata a cantare davvero (oltre a Fiorello), pezzo musicalmente interessante e giro di basso libidinoso. Promossi due anni di fila.
Voto: 7.5
Michele Bravi – Inverno dei fiori
Neanche conciandolo come Boy George nell’86 si riesce ad allontanare la puzza di vecchiume della sua musica, pensata per un pubblico reazionario e codino (cit.).
Per definirlo potrei copiaincollare il monologo di Boris sulla Locura…e infatti lo faccio: “Il peggior conservatorismo che però si tinge di simpatia, di colore, di paillettes. In una parola: Platinette. Perché Platinette, hai capito, ci assolve da tutti i nostri mali, dalle nostre malefatte. Sono cattolico, ma sono giovane e vitale perché mi divertono le minchiate del sabato sera. È vero o no?! Ci fa sentire la coscienza a posto Platinette! Questa è l’Italia del futuro: un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte. È questo che devi fare tu. Occhi del Cuore si ma, con le sue pappardelle, con le sue tirate contro la droga, contro l’aborto, ma con una strana, colorata, luccicante frociaggine. Smaliziata, allegra, come ‘na cazzo de Lambada. È la locura Renè! È la cazzo de locura! Se l’acchiappi hai vinto!”
Voto: 4

Massimo Ranieri – Lettera al di là del mare
Sono abbastanza vecchio da ricordare che nel 2001, al debutto di Tiziano Ferro, girava la leggenda metropolitana che fosse il figlio illegittimo di Massimo Ranieri. Io ancora ci credo.
Cosa c’entra col pezzo portato a Sanremo? Niente, ma mi piace raccontare una bella storia piuttosto che parlare di una canzone brutta.
Voto: 4,5
Mahmood e Blanco – Brividi
Mammuth si presenta, apparentemente, con il Conte di Montecristo vestito delle orride camicie da pesca dell’Energie che andavano nel 2000. Se riuscite a non farvi bucare i timpani dai falsetti multipli il pezzo non è manco male. Sicuramente tra i migliori finora.
Voto: 7
Ana Mena – Duecentomila ore
Ho letto “Anna mena” e già mi stava simpatica, poi è venuta giù dalle scale Barbie truzzoteca napoletana e ho cambiato idea. Unisce il peggio del pop neomelodico ai tormentoni estivi latini. Anna mena, soprattutto il buongusto.
Voto: 3
Rkomi – Insuperabile
Con l’ingresso di Rkomi, oltre che domandarmi “chi stracazzo è?”, nasce in me anche una certa paura per le consonanti sbagliate messe vicino alla cazzo di cane. Arriva mascherato, completamente vestito di pelle, guanti inclusi. O ha dei feticci abbastanza specifici o è reduce da un omicidio appena commesso.
Voto: 3,5
Dargen d’Amico – Dove si balla
Sono fresco di visione di The Ferragnez, quindi, per una volta, ho familiarità col personaggio. Sì, uscire dopo i Maneskin è penalizzante, ma sei fai cagare così tanto cambia poco. Tanto per capirci, ha un che del Francesco Salvi di “C’è da spostare una macchina” salvo la capacità di essere intonato e/o simpatico.
Voto: 2,5
Giusy Ferreri – Miele
Hanno lasciato per ultima la cassiera siciliana solo per farmi un dispetto, per di più con un pezzo dal titolo di Gigi D’Alessiana memoria. Il brano è semidecente ma già immagino il remix reggaeton per far soldi facili quest’estate, quindi via mezzo punto.
Voto: 5,5
E dai dai dai che la prima è andata! Neanche troppo male fino adesso, ma avrò l’energia necessaria per scrivere sta merda e star sveglio tutte le cazzo di sere? Lo scopriremo domani con la recensione della seconda parte di casi umani del Festivàl.
Perché Sanremo è Sanremo!
Parapapapaparaà Parapapapaparaà parappapaparararara ta da dà!
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