OK, terza serata, siamo oltre il giro di boa. Ce la possiamo fare. Ora trattenete il fiato, disclaimer veloce e si comincia con le 24 cover portate all’Ariston per Sanremo 2020.
Come sempre le recensioni si limiteranno ai concorrenti in gara. Salvo accadimenti eccezionali i conduttori, le nuove proposte e gli ospiti non verranno presi in considerazione, quindi niente Benigni e falsi deliri religiosi per voi.
Michele Zarrillo – “Deborah” di Fausto Leali e Wilson Pickett, (1968), con Fausto Leali
Ma che figo che è Fausto Leali, sembra rimasto fermo ai tempi di “Ti scanzi” (questa è per pochi). Ma soprattutto quanto anni ha? Domande che rimarranno non risposte nella storia, in ogni caso si premia il basso super funk sul finale. Più che sufficiente, voto 6.
Junior Cally – “Vado al massimo” di Vasco Rossi (1982), con i Viito
Quest’esibizione è la risposta alla domanda: “Cosa succede se unisci la merda alla merda per antonomasia?” Il chitarrista sbaglia platealmente il quarto accordo suonato ad inizio canzone, l’esibizione si conclude con i fischi dal pubblico ed io mi rincuoro di non giocare al FantaSanremo (di cui ho scoperto l’esistenza oggi) perché avrei speso tutti i miei Baudi per avere Junior Cally nel roster e da regolamento questo era un -30.
Voto 1
Marco Masini – “Vacanze romane” dei Matia Bazar (Sanremo 1983) con Arisa
Non azzeccano una nota per metà pezzo. E anche per l’altra metà. Agghiacciante.
Voto 1,5
Riki – “L’edera” di Nilla Pizzi e Tonina Torrielli (1958) con Ana Mena
Sale sul palco: Tizio a caso estrapolato da un cartone Disney (da cui probabilmente hanno preso anche l’arrangiamento improponibile del pezzo). Della cantante, oltre a chiederci -come sempre senza risposta- chi sia costei, diremo una cosa: come ci si lava il culo con quelle unghie?
Voto 3
Raphael Gualazzi – “E se domani” di Fausto Cigliano e Gene Pitney (1964) con Simona Molinari
Cazzo se mi piace lui. Crea atmosfera con gravitas e voce sofferente (probabilmente per il troppo Varnelli). Lei riesce nel miracolo di unire talento vocale, bellezza ed eleganza, cosa finora inedita all’Ariston.
Voto 10
Anastasio – “Spalle al muro” di Renato Zero (1991) con PFM
Momento senilità per Franz Di Cioccio? Gliel’hanno detto che Rancore è quell’altro e questo è quello di destra? Ciononostante l’interpretazione è più cazzuta del previsto. Un punto in meno per l’occasione persa di concludere con “Giallo, rollo funebre!”
Voto 8
Levante – “Si può dare di più” di Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi (1987) con Francesca Michielin e Maria Antonietta
Quell’incapace sopravvalutata di Maria Antonietta (già autrice di vari assoli di raglio) rovina un pezzo che, contro ogni aspettativa del sottoscritto, stava venendo pure bene. Levante regge anche alla tentazione della gobbezza per quasi metà pezzo.
Voto 6,5
Alberto Urso – “La voce del silenzio” di Tony Del Monaco e Dionne Warwick (1968) con Ornella Vanoni
Hanno aperto le gabbie, attenti al gorilla!
Sono l’unico a disagio per il fatto che un ventenne dice “ti ho tanto amato” alla Vanoni? I due punti vanno alla giacca “1000 e una notte” di lui.
Voto 2
Elodie – “Adesso tu” di Eros Ramazzotti (1986) con Aeham Ahmad
Riesce nel miracolo di fare sembrare bello un brano di Ramazzotti ma quelle spalline Anni ’80 portano giù il voto totale. Peccato.
Voto 7
Rancore – “Luce (Tramonti a nord-est)” di Elisa (2001) con Dardust e La Rappresentante di Lista
Allora, tutto molto bello ma avrei diverse domande: perchè nella serata cover è concesso di cambiare il testo ed aggiungere roba, soprattutto se si fa rap? Non si dovrebbe riproporre il pezzo originale? La cantante è rimasta impigliata nella flebo prima di salire sul palco?
Comunque voto 8
Pinguini Tattici Nucleari – Medley: “Papaveri e papere“ (1952), “Nessuno mi può giudicare” (1966), “Gianna” (1978), “Sarà perché ti amo” (1981), “Una musica può fare” (1998), “Salirò” (2002), “Sono solo parole” (2011) e “Rolls Royce” (2019)
Mi spiace, il troppo storpia.
Si riprende sul finale molestando l’orchestra ma è cmq un’insufficienza.
Voto 4,5
Enrico Nigiotti – “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi (2007) con Simone Cristicchi
Il samurai Nigiotti sbaglia gli attacchi, Cristicchi al solito è semplicemente magico e in più assomiglia al mio amico Forza Bari (che è proprio il suo nome di battesimo, oltre che una fede calcistica) cosa che innalza il mio giudizio paurosamente. Se si potesse splittare il voto darei 6 a uno e 9 all’altro. Ma non si può quindi è Voto 7, perché l’emozione va premiata.
Giordana Angi – “La nevicata del ’56” di Mia Martini (1990) con Solis String Quartet
La scarpa da tennis è un vizio, ma la grande versione del brano da osteria del Califfo me la fa perdonare.
Voto 7,5
Le Vibrazioni – “Un’emozione da poco” di Anna Oxa (1978) con i Canova
Sarcina detto occhio bego parte male, l’altro tipo segue a ruota fino al gran finale con doppio assolo di raglio carpiato.
Piccolo inciso: amici milanesi delle Vibrazioni (e non) le parole “me” e “te” hanno l’accento chiuso, per dio non è difficile!
Voto 5
Diodato – “24mila baci” di Adriano Celentano e Little Tony (1961) con Nina Zilli
Non è proprio fatto per essere brioso sto ragazzo. Non so, anche quando ci prova ha un che di alone di morte e disperazione attorno che rende la cosa grottesca. Glissiamo sul vestito a farfalla di Nina Zinna.
Voto 3
Tosca – “Piazza grande” di Lucio Dalla (1972) con Silvia Perez Cruz
La versione Mariachi di piazza Grande è l’adattamento di cui tutti hanno bisogno senza saperlo, quasi ai livelli di Hotel California dei Gipsy Kings. Ora manca solo di metterla in un film dei fratelli Coen con il Drugo, il bowling, ridatemi il tappeto e tutto il resto. Sto divagando.
Voto 9
Rita Pavone – “1950” di Amedeo Minghi (1983) con Amedeo Minghi
Minghi non ha più il codino? Basta, chiudete tutto.
Voto 1
No dai scherzo, comunque non sono andati malaccio. 6 politico.
Achille Lauro – “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini (1992) con Annalisa
Vestito da Bowie. Mi basta.
Voto 1
Bugo e Morgan – “Canzone per te” di Sergio Endrigo e Roberto Carlos (1968)
Morgan in grande spolvero (pun not intended) e Bugo stonato e fuori tempo praticamente sempre. Solo per lo smoking di Morgan meritano un bel Voto 4.
Irene Grandi – “La musica è finita” di Ornella Vanoni e Mario Guarnera (1967) con Bobo Rondelli
Ho capito che in molti casi il trend della serata è stato “faccio cagare, quindi chiamo uno bravo per il duetto”, ma visto che da regolamento andrebbe valutato solo il cantante in gara questo piano malvagio finisce col fare più danni che altro. Mettiamoci poi che Bobo Rondelli è di Livorno (“alé, alé Livorno alé” cit.) e la Grandi di Firenze e l’effetto odio per lei è assicurato.
Voto 5.
Piero Pelù – “Cuore matto” di Little Tony (1967)
Cuore matto in versione Trash Metal, lui che chiama a gran voce “Little Tonyeuuuughhh!!!”, finale in growl accennato e corna heavy metal. Parafrasando le parole dello stesso Pelù: “ditemi la veritaaaauuuughhh”, non merita di vincere tutto st’omo?
Voto 10
Paolo Jannacci – “Se me lo dicevi prima” di Enzo Jannacci (1989) con Francesco Mandelli
Doveroso e riuscito omaggio di Paolo Jannacci al padre Enzo, ma Mandelli è un cancro multipiattaforma (musica, tv, comicità, cinema) che ammorba il paese da 20 anni, quindi tolgo almeno un paio di punti. Voto 6,5.
Elettra Lamborghini – “Non succederà più” di Claudia Mori (1982) con Myss Keta
Appurato già precedentemente che la Lamborghini non sappia cantare, stupisce come fallisca anche nel ruolo del pezzo di carne inanimato da ammirare e basta. Probabilmente fallirebbe anche il colloquio di lavoro in un bordello ungherese. Myss Keta, ennesima baracconata italiota uscita fuori da Youtube, non la commento per non darle più importanza del necessario.
Voto 1 (solo perché mi sono autoimposto di non dare 0)
Francesco Gabbani – “L’italiano” di Toto Cutugno (1983).
Omaggio a Parmitano? Se fosse non dispiace. Gabbani torna all’uso di costumi ed oggetti di scena per fare presa sul pubblico e ci riesce. Cristo, il corpo di ballo multietnico porta anche un messaggio di inclusività universale che va applaudito (e che probabilmente gli varrà un sacco di critiche in questo paese razzista, fascista, omofobo, patriarcale ecc. ecc.).
Bravo ciccio!
Voto 9
Sopravvissuto (a stento) alla serata cover, domani ci sarà un’inversione di tendenza: verranno recensiti solo i giovani in gara. Per la Recensione Ignorante dei big l’appuntamento è tra due giorni. Tenete duro che è quasi fatta.
Francesco Mandolini